Pierluigi racconta di aver avuto una figlia dopo aver considerato con la moglie anche la possibilità di un’adozione. Descrive l’esperienza della paternità come travolgente a livello sentimentale e, nel caso specifico, si sofferma sul plurilinguismo sviluppato dalla figlia, parlante sia il catalano di Barcellona sia il catalano algherese.

Trascrizione in catalano algherese

PIERLUIGI: "Me dic Pere Lluís Alvau i so diventat pare a una edat una mica avançada. Teniva quaranta-un anys quan jo so diventat pare, era casat ja de sis anys i amb ma muller… tots dos érem i sem assai sensibles a la infància abandonada i per això sem estats sis anys decidint, triant si adoptar una criatura o si fer-la nosaltros. Al final…irònicament mos sem mirats en fatxa i havem dit: “En aquí mosaltros estem diventant vells i acaba que no mo’n donen més… si volem adoptar una criatura i no reseixim a fer-lo més percosa mosaltros sem massa vells.”
Doncs jo dic sempre que, de manera egoística, havem decidit de fer mosaltros, la filla que tenim. Quan és nada ma filla jo teniva quaranta-un anys i és inútil diure que m’ha cambiat la vida: clar, m’ha cambiat la vida! La vida, la mia vida, ha cambiat dues voltes: la primera volta quan me so casat i la segona volta quan he tengut ma filla.
És estada una experiència travolgent naturalment com a tots, ara… qui més qui manco… però jo crec que diventar pare o mare sigui una experiència extraordinària oltres que única.
Endemés havem experimentat també diverses situacions amb ma filla.
Lo fet que ma muller sigui psicòloga mos ha portat també… és psicòloga i no és italiana, és catalana doncs, nostra filla de quan és nada ha parlat exclusivament el català, el català normatiu: el català estàndard de Barcelona i el català de l’Alguer que és una variant, una variant dialectal, diem, del català normatiu.
Jo he pogut notar aquest fenomen simpaticíssim oltres que extraordinari de ma filla que creixiva parlant en català i en alguerés. Encara eren vius los meus genitors com eren vius los genitors de ma muller i doncs ma filla a l’Alguer amb els meus genitors parlava l’alguerés. L’alguerés de cada dia amb la mare i amb els parents de part de la mare doncs amb ma sogra, amb mes cunyades, parlava el català normatiu ma ella lo feva en una manera, una manera automàtica i he pogut veure i he pogut veure de persona com les criatures siguin una esponja en l’aprendre les llengües.
Després creixint havem notat aqueixes, aqueixos cambiaments lingüístics que ella teniva de forma automàtica i que al final ella mateixa se’n donava compte.
Aqueix és l’aspecte pràctic, l’aspecte tècnic que jo he notat amb ma filla després hi és l’aspecte sentimental.
L’experiència és estada decisament, altament positiva, una experiència que no podiva imaginar primer que me capitessi i que repetiriva. La fórem volguda repetir ja després de la nàixita de la minyona, de la filla però no mos sem atrevits per un fet de consciència perquè mos era anada massa bé amb aquella criatura que no mos ha fet perdre una nit de son i sabiven que altres persones havien perdut mesos i anys de son, per això no mos sem atrevits i a més l’edat que tenívem ja no mos consentiva de anar envant."

Traduzione in italiano

PIERLUIGI: "Mi chiamo Pere Lluís Alvau e sono diventato padre in età un po'avanzata. Avevo quarantuno anni quando sono diventato padre, ero sposato già da sei anni e con mia moglie… entrambi eravamo e siamo molto sensibili all’infanzia abbandonata e per questo abbiamo passato sei anni a decidere, scegliere se adottare un bambino o farlo noi. Infine… ironicamente, ci siamo guardati in faccia e abbiamo detto: “Qui stiamo diventando vecchi e finisce che, non ci danno più un bambino da adottare e non riusciamo a farlo perché noi siamo troppo vecchi.”
Quindi io dico sempre che, egoisticamente, abbiamo deciso di fare noi la figlia che abbiamo. Quando è nata mia figlia avevo quarantuno anni ed è inutile dire che mi ha cambiato la vita: certo che mi ha cambiato la vita! La vita, la mia vita, è cambiata due volte: la prima volta quando mi sono sposato e la seconda volta quando ho avuto mia figlia.
È stata un’esperienza travolgente naturalmente come per tutti…chi più chi meno… però io credo che diventare padre o madre sia un’esperienza straordinaria oltre che unica.
In più abbiamo sperimentato anche diverse situazioni con mia figlia.
Il fatto che mia moglie sia psicologa ci ha anche portato a… è psicologa e non è italiana, è catalana, dunque nostra figlia da quando è nata ha parlato esclusivamente il catalano, il catalano normativo: il catalano standard di Barcellona e il catalano di Alghero che è una variante, una variante dialettale, diciamo, del catalano normativo.
Io ho potuto notare questo fenomeno simpaticissimo oltre che straordinario di mia figlia che cresceva parlando in catalano e in algherese.
Erano ancora vivi i miei genitori e i genitori di mia moglie e dunque mia figlia ad Alghero con i miei genitori parlava l’algherese. L’algherese di ogni giorno con la madre e i parenti da parte di madre, dunque con mia suocera e mie cognate, parlava il catalano normativo… ma lei lo faceva in maniera automatica e ho potuto vedere, ho potuto constatare di persona che i bambini sono delle spugne nell’apprendere le lingue.
Dopo, crescendo, abbiamo notato che questi cambiamenti linguistici avvenivano in lei automaticamente e che lei stessa se ne rendeva conto.
Questo è l’aspetto pratico, l’aspetto tecnico che ho notato con mia figlia, dopo c’è l’aspetto sentimentale. L’esperienza è stata decisamente, altamente positiva, un’esperienza che non avrei potuto immaginare prima che mi capitasse e che ripeterei. L’avremmo già voluta ripetere dopo la nascita della ragazza, della figlia però non abbiamo osato, per un fatto di coscienza… perché ci era andata troppo bene con quella bambina che non ci aveva fatto perdere una notte di sonno e sapevamo che altre persone avevano perso mesi e anni di sonno, per questo non abbiamo osato e inoltre la nostra età non ci consentiva più di andare avanti."

Traduzione in inglese

PIERLUIGI: "My name is Pere Lluís Alvau and I became a father somewhat later in life, I was forty-one when I became a father.
I had been married for six years and my wife, we both were and still are very sensitive to abandoned children, that's why we spent six years to decide, choose whether to adopt a child or have our own. Finally, ironically, we looked at each other and said: “We're getting older and we might no longer be able to adopt a child or have our own because we're too old.”
So I always say, selfishly, that we decided to have our own, and we had a daughter.
When my daughter was born I was forty-one years old and needless to say it changed my life, of course it changed my life.
My life has changed twice: the first time when I got married and the second time when I had my daughter.
It was an overwhelming experience, naturally as for everyone, more or less…
But I believe that becoming a father or mother is an extraordinary as well as unique experience.
In addition, we experimented also different situations with my daughter.
The fact that my wife is a psychologist also led us to… She is a psychologist and she is not Italian, she is Catalan, so…
Our daughter since she was born spoke exclusively Catalan. Regular Catalan: the standard Catalan of Barcelona and Catalan from Alghero which is a variant, a dialectal variant, let's say, of regular Catalan.
I was able to notice this very nice phenomenon, as well as extraordinary, of my daughter growing up speaking in Catalan and Algherese.
My parents were still alive and so where my wife's parents, so my daughter in Alghero with my parents spoke Algherese, the day-to-day language. With the grandmother and relatives from her mother's side, so with my mother-in-law and my sisters-in-law, regular Catalan was spoken.
But she did it automatically and I could see for myself that children are like sponges in learning languages.
Then, growing up, we noticed that these… that these linguistic changes took place in her automatically and that she realized it herself.
This is the practical aspect, the technical aspect I noticed with my daughter. Then there's the sentimental aspect. The experience was definitely, highly positive.
An experience I couldn't have imagined before it happened to me and that I would do again. We wanted to repeat it after the birth of our daughter but we did not dare, as a matter of conscience, because we had done too well with this little girl who hadn't made us loose one single night's sleep, and we knew that other people had lost months and years of sleep.
That's why we didn't dare and also our age did not allow us to go much farther."

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